domenica 21 novembre 2010

Dedicato a Raffaele Mellino


Chissà perchè ogni volta che arrivo a Napoli mi sale una diversa espressione sul volto, mi vengono fuori parole diverse, cambia il mio temperamento. Mi si stampa una mimica d’allegria e di disordine di fantasia e di disinvoltura, curiosità e stupidità insieme.
Guardando le tavole dipinte da Raffaele, scopro la sintesi di ciò che mi accade addentrandomi nella città, fra la gente, fra le vie. C’è un concetto ben presente in quello che rimane impresso nella osservazione dei suoi disegni, il concetto del “mi fa venire in mente”, proprio come Napoli fa venire in mente tutto. Ogni angolo di strada mi fa venire in mente quell’incontro, quella notte, quel risveglio, quella passeggiata, quel tale amore. Quasi come se la memoria delle emozioni fosse riportata a galla, fatta riaffiorare dal passato. Succede questo, guardando i disegni di Raffaele Mellino, evocano il disordine che genera la fantasia, la storia che evoca il passato, gli sforzi del mettere tutto insieme, facendolo convivere, dissolvendo le sofferenze e le differenze. E' un po' quello che succedeva nei conventillos de la Boca di Buenos Aires...
Ed ecco che arriva il tango, la nostra personale riscossa, la nostra intima improvvisazione, ciò che scaturisce dal nostro disordine, la sintesi di tutte le memorie. Carattere, tensione, respiro, lucidità, oblio. Tu osservi i disegni e ci balli sopra, in mezzo. Li guardi ancora per qualche attimo e il tango prende a circolarti dentro come nella tua tanda preferita.

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